Missione di addestramento in Ucraina: il piano franco-britannico
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Direttore: Alessandro Plateroti

Missione di addestramento in Ucraina: il piano franco-britannico divide l’Occidente

guerra russia ucraina cartina con bandiere e carro armato

Francia e Regno Unito propongono l’invio di 30.000 militari in Ucraina per una missione di addestramento. L’idea incontra l’opposizione.

Dall’inizio della guerra in Ucraina, l’Occidente ha cercato soluzioni politiche e militari per sostenere Kiev senza scatenare un conflitto diretto con Mosca. Nel tempo, molte iniziative sono state vagliate, ma poche hanno trovato un reale consenso tra gli alleati. Il nodo centrale rimane sempre lo stesso: come aiutare l’Ucraina senza coinvolgersi direttamente nei combattimenti. E mentre i segnali di stanchezza diplomatica iniziano a emergere in vari governi europei, nuovi piani prendono forma dietro le quinte.

In particolare, la proposta di inviare una forza di interposizione sul territorio ucraino sembra ormai tramontata. Italia, Spagna e persino Polonia hanno espresso forti riserve, temendo un’escalation incontrollabile. Tuttavia, c’è chi non intende rinunciare del tutto all’azione.

Soldato ucraino guarda il palazzo distrutto
Soldato ucraino guarda il palazzo distrutto

La nuova strategia di Parigi e Londra

Di fronte a questi ostacoli, Francia e Regno Unito stanno cercando una via alternativa. L’idea? Convertire il piano iniziale in una missione di addestramento su larga scala, composta da 20.000 a 30.000 militari, ufficiali, agenti dell’intelligence e tecnici specializzati. L’obiettivo dichiarato è rafforzare le capacità difensive dell’esercito ucraino, senza che questi contingenti partecipino direttamente ai combattimenti.

Il piano si basa sull’ampliamento di strutture già esistenti sul territorio, sviluppando un network stabile di supporto militare. Si tratterebbe, nelle intenzioni di Macron e Starmer, di un’operazione puramente tecnica e logistica, aperta anche a membri della cosiddetta “coalizione dei volenterosi”, tra cui Canada, Australia, Nuova Zelanda e Turchia.

Il nodo americano e la vera posta in gioco

Ma c’è un ostacolo che nessun piano può ignorare: gli Stati Uniti. Washington non solo si è rifiutata di firmare una recente dichiarazione del G7 sul massacro di Sumy, ma ha anche chiarito di non voler sottoscrivere alcun impegno vincolante in favore di Kiev. L’amministrazione americana propone invece vaghe “rassicurazioni di sicurezza”, ben lontane dall’articolo 5 della NATO. Una distanza politica che rischia di compromettere la tenuta dell’intero fronte occidentale.

E così, la vera notizia è questa: dietro il linguaggio tecnico e la cautela diplomatica, Francia e Regno Unito stanno cercando di agire comunque, spingendo per l’invio di decine di migliaia di soldati in Ucraina. Una mossa senza precedenti dall’inizio del conflitto, che potrebbe ridefinire il ruolo dell’Europa nella guerra — e che segna un deciso strappo con Washington.

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ultimo aggiornamento: 16 Aprile 2025 12:49

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